venerdì 26 giugno 2009

Contro il giorno - 1.8 - pagg 91 / 107

Storia di Webb Traverse, minatore e dinamitardo, e della sua famiglia formata dalla moglie Mayva e dai figli Frank, Reef e Kit.

Webb incontra il Rev. Moss Gatlin mentre tiene un sermone sull'incontro di Gesù con i pescatori Simone detto Pietro ed Andrea. Gatlin da una sua interpretazione del passo evangelico giustificando l'azione dei dinamitardi.

Webb insieme a Veikko Rautavaara (finlandese espatriato per fuggire dalla tirannia russa nel suo paese) festeggiano il 4 Luglio facendo esplodere un ponte ferroviario.

2 commenti:

  1. "Non aveva mai notato, lui, molta differenza fra il regime zarista e il capitalismo americano. Immaginava che lottare contro l'uno fosse come lottare contro l'altro. In una prospettiva mondiale. << E' stato un po' peggio per noi, forse, venire negli Stati Uniti dopo aver sentito tanto parlare della "patria dei liberi" >>. Pensando di essere fuggito a qualcosa soltanto per scoprire che, là fuori, la vita era altrettanto dura e fredda, con la stessa ricchezza priva di coscienza, la stessa povera gente infelice, esercito e polizia liberi come lupi di perpetrare crudeltà a uso dei padroni, padroni pronti a tutto per proteggere quello che avevano rubato. La principale differenza ai suoi occhi era che l'aristocrazia russa dopo secoli in cui non aveva creduto in nient'altro che nei propri diritti, era diventata debole, nevrastenica. << Invece l'aristocrazia americana non è vecchia neppure di un secolo, è all'apice della combattività, forse degli sforzi compiuti per acquistare le proprie ricchezze, più dura da sconfiggere. Un buon nemico >> " (pagg. 93 - 94)

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  2. Il Rev Gatlin dice a Webb Traverse:
    "Dunque è così che abbiamo ritrovato il nostro caro Sud perduto, forse non proprio nella forma redenta che credevamo. Invece della vecchia piantagione, stavolta era probabile che fosse una miniera d'argento; e gli schiavi negri, noi stessi. I proprietari scoprirono di poterci sfruttare allo stesso modo, semmai con ancor meno pietà, ci deridevano e ci temevano almeno quanto la nostra gente faceva con gli schiavi di una generazione prima; la grande differenza era che se noi fossimo scappati, certo come l'inferno questi non ci avrebbero inseguiti - nessuna legge contro i fuggiaschi per loro - avrebbero soltanto detto: << Bene, meglio perderli che trovarli, là dove vengono ce ne sono sempre altri che lavoreranno più a buon mercato...>> " (pagg.102 - 103)
    Il nuovo tipo di schiavismo, quello del lavoro e lo sfruttamento dei nuovi padroni.

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