domenica 28 giugno 2009

Contro il giorno - 3.6 - pagg 529 / 549

Nel viaggio transoceanico sulla Stupendica Dally e sua madre Erlys iniziano a parlarsi ed a riappacificarsi. In un flashback viene presentato l'incontro tra Erlys e Merle avvenuto mentre Erlys tornava dal cimitero. Merle, su un vecchio carro assurdo, le offre un passaggio ed un fantastico tramonto li avvolge e si ricordano dei bellissimi tramonti di quado erano bambini, al tempo dell'eruzione del Krakatoa (pag. 530-531). Erlys era già incinta di Dally e Merle l'accoglie nella propria casa. Tra i due inizia un rapporto neutro e corretto, ma privo di passione, fino all'arrivo di Luca Zombini, di cui Erlys si innamora perdutamente.

Erlys fa notare a Dally un giovane che la fissa dall'inizio del viaggio durante i pasti nella sala da pranzo della prima classe, spingendola a presentarsi. Il giovane non è altri che Kit Traverse, in viaggio verso Gottinga e lontano dalla sua storia familiare, che gli ripiomba addosso quando riconosce in Dally la giovane donna con cui ha chiacchierato durante una serata organizzata da R. Wilshire Vibe, nonché una recente conoscenza di suo fratello Frank. Dally si innamora di Kit, che però decide di evitarla per non travolgerla nella sua complicata situazione familiare. (pag. 537)

Nel frattempo il compagno di viaggio di Kit, Root Tubsmith, di cui Bria Zombini si è invaghita, scopre che la Stupendica è in realtà una nave dall'identità doppia. Dopo 1914 "Il destino della Stupendica era riprendere la sua identità latente di nave da guerra Imperator Maximilian, una delle corazzate monocalibro da 25.000 tonnellate previste dai programmi navali austriaci" (pag. 539)

Proprio mentre Root e Kit stanno esplorando la dimensione militare della nave, nel profondo della sala macchine, conoscono il capo fuochista (Oberhauptheitzer) O.I.C. Bodine e il suo capitano austriaco. Mentre Kit è ancora in compagnia di Bodine, dal telegrafo di bordo arriva l'annuncio dell'inizio delle ostilità in Europa che segnano l'inizio della Prima Guerra Mondiale. La Stupendica si divide dalla Imperator Maximilian. Kit, senza riuscire a tornare sopra coperta, mentre Dally lo cerca inutilmente, viene di fatto incorporato nell'equipaggio di guerra della nave che si dirige verso le coste del Marocco.

Sotto coperta, tra le altre cose, Kit incontra qualche famiglia di Lubecca sequestrata all'insaputa di tutti salvo il Capitano. Una volta arrivati presso la costa marocchina, i civili presenti sulla Imperator Maximilian vengono fatti sbarcare (attraverso un'apertura nel fianco della nave concepita per il lancio di mini sommergibili) incluso Kit che decide di abbandonare il suo futuro nella marina asburgica.

Una volta a terra Kit si fa assumere nell'equipaggio di un peschereccio a vapore con base ad Ostenda, il Formalhaut, la cui ciurma lo guarda con sospetto in quanto durante il viaggio sono riusciti a pescare pochissimo. Lo scetticismo dura fino a quando, nei pressi di Agadir, altrimenti nota come Cadice, la nave si imbatte in un banco di pesci infinito: la nave viene stipata di carico ittico fino all'ultimo centimetro disponibile, e la ciurma guarda ora Kit con ammirazione e rispetto. "Giona all'incontrario", dirà il capitano, riecheggiando la discussione avuta da Kit con un ebreo prima di imbarcarsi circa la leggenda del viaggio di Giona oltre le Colonne d'Ercole, il cui approdo è identificato sia a Cadice che a Massa, 500 chilometri più a Sud.

Allo stesso modo scopriamo che la Stupendica ha continuato il suo viaggio senza il suo doppio militare e con tutti i passeggeri, fino a Venezia e poi Trieste. Nel resto del viaggio Dally cerca Kit. Root ricorda solo di essere stato con lui nella stiva e poi di averlo perso di vista. Dally nella sua ricerca sviluppa il potere del viaggio astrale, che la porta a sondare la costa alla ricerca del suo innamorato. Fino a quando la Stupendica arriva al porto di Trieste e Dally, mettendo da parte Kit, si domanda dove si trovi lei.

1 commento:

  1. "Come se lo stretto di Gibilterra facesse da punto di unione metafisica fra i mondi. In quei giorni, passare per l'angusta apertura nel vasto e incerto campo dell'Oceano era come lasciarsi alle spalle il mondo noto, e forse le convenzioni sull'impossibilità di essere in più di un solo luogo alla volta... una volta passata, la nave aveva forse seguito due rotte insieme? E il vento, era soffiato in due direzioni? O era il pesce gigante che possedeva il potere della bilocazione? Due pesci, due Giona, due Agadir?" (pag. 546)

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